Val Ceronda e Casternone

Val Ceronda e Casternone - profilo

Val Ceronda e Casternone

STORIA E TRADIZIONE, NATURA E PAESAGGIO, SPORT E SVAGO, PRODOTTI E SAPORI sono le definizioni che meglio di altre possono racchiudere l'offerta turistica dei 6 COMUNI che fanno parte di questa aggregazione territoriale. CHIESE DI EPOCHE DIVERSE E SANTUARI, talvolta raggiungibili solo a piedi, costituiscono un considerevole percorso devozionale e religioso, numerosi sono anche i MUSEI ED ECOMUSEI sorti a testimonianza e a conservazione di una memoria condivisa. Percorrendo le stradine dei centri storici non è difficile scorgere affreschi o strutture architettoniche di rilievo. Ogni paese conserva le proprie tradizioni, che spesso emergono in PITTORESCHE MANIFESTAZIONI nelle quali sono esibiti i costumi colorati e dove non è difficile sentir parlare il locale dialetto, che in una parte del territorio ha antiche radici francoprovenzali. L'estate si colora di mille proposte INTRATTENIMENTI E SAGRE di ogni sorta vengono proposti in tutti i paesi. ALBERGHI, AFFITTACAMERE, RIFUGI, AGRITURISMI, BED & BREAKFAST, SECONDE CASE, garantiscono un buon livello di accoglienza. COMUNI ADERENTI IN VAL CERONDA E CASTERNONE: FIANO, GIVOLETTO, LA CASSA, VAL DELLA TORRE, VALLO TORINESE, VARISELLA.

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FIANO

Fiano è situato a Nord Ovest di Torino, ai confini con il Comune di Varisella, dal quale lo divide il corso inferiore del Ceronda.
Il centro storico del paese vive all’ombra della grande chiesa parrocchiale di San Desiderio.
Imponente e severa, richiama intorno a sé tradizioni ed atmosfere di un passato che si specchia nei vecchi muri delle case intorno e sui volti della gente che sembrano usciti da una cartolina.
La chiesa, risalente al XVI secolo, fu ripristinata nella facciata nel 1791 dall’architetto Falchetto.
Il nome Fiano compare per la prima volta in un atto del 1159, con cui l’imperatore Federico Barbarossa lo concedeva in feudo al Vescovo di Torino con altre numerose terre.
Nel 1246 il marchese Bonifacio del Monferrato investiva del territorio i Visconti di Baratonia Guglielmo e Giacobino. Verso la metà del‘400 Eleonora di Baratonia, andando in sposa a Guglielmo Arcatore, portava in dote il viscontado. Gli Arcatori modificarono il nome in Arcour, Harcour o D’Harcourt. L’ultima infeudazione risale al 1772 da parte di Carlo Emanuele III a Giuseppe Francesco Hongram di Nizza Monferrato. Signori del luogo furono, tra gli altri, i Conti di San Martino, i Borghese ed i Pamparato.

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GIVOLETTO

Givoletto, immerso nella tranquillità della Val Ceronda, adagiato ai piedi del Monte Lera, sul dorso del quale si sale con le stazioni della Via Crucis fino alla chiesetta di Santa Maria Ausiliatrice, tappa obbligatoria per un’escursione fino alla Cappella dedicata alla Madonna della Neve.
Sul crinale del Monte Lera (fra gli 875 ed i 1300 metri di altitudine) è stata istituita una riserva naturale per tutelare una specie vegetale perenne, a detta degli esperti, unica al mondo: l’Euphorbia gibelliana. Una pianta erbacea alta 60/80 centimetri, cespugliosa che vive in colonie. Il fusto termina in un ombrello a cinque raggi portanti un solo fiore, circondato da cinque foglie verdi giallastre, cardate alla base, di forma allungata ellittica.
La storia di Givoletto ha inizio ufficialmente nel 1014, citato in una bolla papale di Benedetto VIII. Compare poi nei diplomi imperiali di Corrado il Salico, Arrigo III e Ottone IV.

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LA CASSA

Il Comune di La Cassa, situato a circa venti chilometri a nord di Torino, a ridosso delle Prealpi. A est si trova il Parco Regionale della Mandria con una fascia di preparco provvista di aree attrezzate per gitanti e turisti. Una parte del Parco si trova nel territorio comunale. Particolarmente interessante e suggestiva è la “Zona umida di la Cassa”, dotata di punti di osservazione per scienziati e studenti con un habitat singolare di fauna e flora locale, in zona Langhe del Ceronda vicina al guado del torrente, offrendo un paesaggio di straordinaria bellezza.
Si ritiene che La Cassa fosse anticamente sede di stanziamenti liguri e celtici, cui si sovrapposero i Romani e, superate le ondate barbariche, sia rientrata nella giurisdizione dei Longobardi.

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VAL DELLA TORRE

È un comune composto di 42 borgate disseminate nell’ampia conca da dove nasce il Casternone che percorre tutta la vallata congiungendosi a San Gillio con il Ceronda.
Sul suo territorio i numerosi ritrovamenti avvenuti segnalano l’importante presenza romana.
Il territorio di Val della Torre si caratterizza storicamente per la presenza di due insediamenti distinti: uno religioso, Brione, ed uno militare, il castello.

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VALLO TORINESE

Vallo Torinese è una comunità dove la fraternità e l’accoglienza l’avverti nei volti e nei gesti delle persone, frutto anche del prezioso e paziente lavoro che i pastori nell’ultimo secolo hanno profuso nella popolazione.
Un intreccio straordinario tra umanità e spiritualità, gente semplice che ha saputo realizzare cose grandi.
Il passato millenario è come quello di tanti altri centri italiani meritevoli di attenzione. Grazie al ritrovamento di alcuni reperti archeologici in regione Gaiera, si può ritenere che sul territorio di Vallo esistesse, già in epoca gallo-romana, uno stanziamento di popolazioni celtiche e al momento della colonizzazione romana, nel I sec. d.C., Vallo era un piccolo villaggio fortificato o “castrum” posto a protezione della strada romana, che giungeva dalla Val di Susa, attraverso Brione, La Cassa e Baratonia, per poi attraversare la Stura nei pressi di Cafasse e sulla via che risaliva la montagna per scendere nella Valle di Viù.
Vallo è immersa in un fitto bosco di betulle, querce e pini silvestri con alcuni maestosi ippocastani che fanno da ingresso alla cappella; da qui si gode un bel panorama del Monte Turu a destra e del Monte Druina a sinistra.

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VARISELLA

Da Vallo Torinese raggiungiamo in pochi minuti Varisella, che interseca la sua storia profondamente con quella della sua borgata Baratonia, comune indipendente fino al secolo scorso e sede di un importante Viscontado del cui Castello non rimangono oggi che i muri perimetrali.
Durante il periodo della Resistenza partigiana Varisella assunse un ruolo importante, diventando sede del comando della Bassa Valle di Lanzo.
L’esistenza del castello è comprovata da un documento del 1090. Ai suoi piedi probabilmente esisteva già, prima del Mille, un borgo di cui oggi purtroppo rimangono solo ruderi. Alcuni mattoni e frammenti rinvenuti sul posto potrebbero far pensare a stanziamenti di epoca tardo romana.

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