Valle del Tesso e Malone

Valle del Tesso e Malone - profilo

Valle del Tesso e Malone

La Valle del Tesso prende il nome dai due rami del torrente omonimo che bagna e comprende i comuni di Coassolo Torinese e Monastero di Lanzo. La Valle del Malone coincide con l'anfiteatro morenico dominato da Corio, unico comune a formare tale valle, che trae il nome dal torrente che la percorre. Questo territorio è stato sede di varie attività artigianali, tra le quali la lavorazione della pietra, dei minerali e la tessitura della canapa e cotone. La tradizione della villeggiatura ha vissuto tra fine '800 e i primi anni del secolo scorso la sua stagione d'oro..

COASSOLO TORINESE

Coassolo, (m. 724) uno dei più grandi comuni della Valle Tesso, si trova alle pendici della Vaccarezza.
Per quanto riguarda l’origine del nome, Coassolo, secondo un’antica leggenda, risalente al tempo della peste nera, deriverebbe dall’urlo disperato “sono qui solo” pronunciato da un uomo rimasto appunto l’unico abitante del paese; alcuni studiosi sostengono derivi dal latino coactus ossia “non libero, prigioniero”, quindi si può ipotizzare che il territorio fosse sede di una colonia penale, altri ancora fanno derivare il toponimo da covum “cova” e dal suffisso diminutivo eolus, ed avrebbe quindi il significato di piccolo luogo scavato.
La storia di Coassolo è legata a quella di Lanzo sin dal secolo XII. Nel secolo XVI i territori della Castellania di Lanzo, comprendenti Pessinetto, Mezzenile Cantoira, Groscavallo, Ala, Ceres, Monastero e Coassolo, per volontà del Duca Emanuele Filiberto vennero infeudate al Marchese d’Este. Famose rimangono le pesanti gabelle, in particolare quella di 220 ducatoni sul diritto di macina, che il Marchese impose agli abitanti del paese. Nel 1615 Coassolo si sottrasse al dominio lanzese ed elesse un proprio castellano. Dal 1792, sino al periodo napoleonico, Coassolo venne infeudato ai conti Milanesio.
Dopo l’assimilazione al Regno Sardo – Piemontese la sua storia diviene storia d’Italia. Non possiamo dimenticare il contributo che gli abitanti di Coassolo diedero alla lotta partigiana e agli sfollati durante la II Guerra Mondiale.

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CORIO

Il territorio di Corio (m. 625), ai confini tra le Valli di Lanzo e l’Alto Canavese, domina l’alta Valle Malone. Allargato a ventaglio ai piedi dei monti Soglio, Angiolino ed Uja, questo territorio consta di un capoluogo e numerose frazioni dai caratteristici muri in pietra a secco, tetti in lose.
Vi sono ipotesi più o meno accreditate sull’origine del nome quali: curia (che significherebbe corte od aia, quale nucleo di un agglomerato piu’ grande), corigo (per la disposizione a forma cuore delle borgate), o da cor (radice indoeuropea che vorrebbe indicare roccia od altezza). Si può presumere da alcuni toponimi che Corio fosse già abitata prima della colonizzazione romana. I reperti, ora conservati nel Museo di Ivrea e la struttura urbanistica, mostrano la presenza di popolazioni romane in loco. Il primo documento di Corio risale al secolo XI, anno di fondazione del Monastero di suore benedettine a Busano. Corio insieme a Rocca Canavese, a cui le vicende storiche la legarono per molto tempo, fu governato da più signori, dai Conti del Canavese, dai Valperga, dai Marchesi del Monferrato, dai Castellamonte, dai Biandrate, dai principi d’Acaja e da Casa Savoia e rimanendo sotto il dominio di quest’ultima Corio subì le vicissitudini del Piemonte e della Dinastia Sabauda.

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MONASTERO DI LANZO

Il territorio del comune di Monastero di Lanzo si trova sul versante occidentale della verdeggiante Val Tesso (m. 825). Pur offrendo molte attrattive sia di carattere religioso – artistico che paesaggistico, questa valle spesso è posta in secondo piano.
Il nome deriverebbe da un monastero costruito dai frati Benedettini, che fuggirono dall’Abbazia della Novalesa, in Valle di Susa, a causa dell’invasione Saracena. L’edificio destinato agli esercizi, al silenzio e alla contemplazione, venne eretto accanto a quello già esistente delle monache, fatto costruire dall’Abbazia di San Mauro in Pulcherada, allora proprietaria del territorio. L’ultima traccia dei monaci si ha nel secolo XII con la costruzione del campanile in pietra “picata”, in stile romanico, oggi riconosciuto come Monumento Nazionale. Nel secolo XIX viene aggiunto l’attributo di “Lanzo” al nome Monastero, per evitare omonimie. In questo territorio vi sono numerose borgate e frazioni; ma quella sicuramente più conosciuta e più estesa è Chiaves. Dal “Parco della Resistenza e della Pace”, costruito a ricordo della lotta per la liberazione, si può godere di uno spettacolare panorama sulle valli circostanti. Una caratteristica della frazione sono le chintane, stretti vicoli che si inoltrano nella parte vecchia dell’abitato. Quella più nota è sicuramente la “Pintura”, che collega Chiaves alla borgata Cresto.

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