Architettura locale
È il periodo a cavallo tra il XIX e XX sec., con la realizzazione delle nuove vie di comunicazione (la costruzione del Ponte di Germagnano (1791), della strada rotabile che raggiungeva Viù (1842) e Margone (1881), l’inaugurazione della strada carrabile Procaria-Forno nel 1878, l’apertura della strada carrozzabile Ceres-Ala nel 1873, che raggiunse Balme nel 1887 e il Pian della Mussa nel 1910, nonché, a valle, la linea ferroviaria inaugurata nel 1868 che da Torino raggiungeva Ceres (1916), a determinare il flusso turistico che favorì la realizzazione sia di edifici privati per la villeggiatura estiva delle famiglie aristocratiche e della borghesia più agiata di Torino, che di alberghi sempre più lussuosi e confortevoli.
Le tipologie costruttive utilizzate sono ville, villini, cottages e chalets, la cui diffusione si deve in gran parte alle Esposizioni Universali, e se ne trovano esempi in ognuna delle Valli: ricordiamo qui alcuni elementi caratterizzanti le architetture montane dell’epoca.
La pietra locale usata per la costruzione, a volte è lasciata a vista, altre volte intonacata. Inserti pittorici si trovano spesso sulle facciate, testimonianza di un intento decorativo legato ad una devozione spontanea, dove l’immagine sacra diviene protezione della casa e del viandante. Accanto a questo repertorio si trova quello delle decorazione a meridiane, di cui i massimi esempi si trovano in Val d’Ala, e i trompe l’oeil, illusione di elementi architettonici o di materiali costruttivi. Molto diffusi i riquadri delle aperture, realizzati in pietra, legno, laterizio o intonaco, in numerose varianti stilistiche.
Caratteristica è la presenza del loggiato, spazio aperto ma coperto, di tipo più semplice a balaustra lignea o in versioni più articolate con colonne in pietra o pilastri in muratura, si può ripetere su più ordini sovrapposti a formare le tipiche case a loggiato. Il ballatoio, punto di vista panoramico, sempre collocato sulla facciata più soleggiata e riparato dallo sporto del tetto, a volte si sviluppa su più ordini, collegato da elementi verticali rigidi.
Il manto di copertura è uno degli elementi che maggiormente caratterizza ed accomuna questa tipologia di costruzioni montane; al salire di quota è sempre più frequente l’impiego di lastre (lose) in pietra locale (gneiss), tagliate a spacco e posate su orditura lignea.
Lambrequin in legno, traforati a volte secondo disegni ricercati, decorano il profilo di tetti ed abbaini. Infine il parco montano è parte integrante di queste architettura con le sue statue, fontane, gazebo, voliere, serre, grotte e campi da gioco.