Montagne
Le tre vallate di Lanzo sono normalmente identificate con il versante italiano delle Alpi Graie meridionali.
Quest’area è interessata dal Gruppo del Rocciamelone, dal Gruppo Autaret – Ovarda, e dal Gruppo Levanne; e vede le vette più importanti, tutte superiori ai 3000 metri di altitudine, dislocate lungo la linea di confine tra Italia e Maurienne (Francia).
Dalla vetta del Rocciamelone, montagna simbolo per la storia dell’“alpinismo occidentale”, ha inizio la catena terminale delle Valli di Lanzo. Questa significativa giogaia di vette annovera la Croce Rossa, che con il severo versante est-nordest precipita a picco nel suggestivo bacino del Lago della Rossa. L’Uja di Bessanese, assieme all’Uja di Mondrone, è senza dubbio una delle cime rocciose dalle forme meglio riconoscibili delle Valli di Lanzo. Entrambe le montagne, con i loro versanti scoscesi e le loro pareti, raccontano le vicende che hanno scandito le tappe fondamentali dell’evoluzione dell’alpinismo subalpino. A breve distanza, con i suoi 3676 metri, domina incontrastata la “regina delle Valli di Lanzo”: l’Uja di Ciamarella. Il suo facile versante sud-occidentale, percorso ogni anno da decine di alpinisti e sci-alpinisti, contrasta con il severo e glaciale versante nord che si affaccia sul vallone di Sea. Le cime vertiginose del gruppo Gura-Mulinet-Martellot sono terreno riservato ad alpinisti ed arrampicatori provetti, mentre la Levanna Orientale determina l’estremo margine settentrionale della testata delle Valli di Lanzo, ormai al cospetto del Parc National de la Vanoise e del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Ma le Valli di Lanzo non annoverano solo “grandi montagne”. Le robuste costiere di spartiacque che dividono i tre solchi vallivi digradando dolcemente verso la pianura, presentano delle cime ugualmente belle con un’incredibile varietà di ambienti. Ci sono montagne, per esempio, come la Punta Lunella, la Torre d’Ovarda, il Monte Civrari, l’Uja di Calcante, il Monte Rosso d’Ala, il Doubia, il Monte Morion, l’Uja di Bellavarda. I numerosi itinerari di accesso a queste cime, con partenza dal fondovalle, rappresentano il terreno di gioco ideale per l’escursionista più esigente, che nell’ascensione vivrà la magia del bosco misto e delle faggete, delle abetaie e dei lariceti, per poi raggiungere il culmine orografico attraverso gli alti pascoli alpini. Un belvedere naturale di rara bellezza che in taluni casi offrirà un panorama mozzafiato a 360°.