Val d'Ala
Val d'Ala
La Val di Ala è la valle di mezzo, la più ripida, più stretta,più breve e selvaggia delle tre valli. Costituisce il solco centrale delle Valli di Lanzo. Lunga 30 km circa, parte in prossimità del comune di Ceres e risale in continua e notevole pendenza sino a scontrarsi con il gruppo montuoso al confine con la Francia dell'Uia Bessanese (m.3604) e dell'Uia di Ciamarella (m.3676) . Compressa tra la Val Grande e la Valle di Viù, è particolarmente attraente per la varietà di tipologie alpine. Dapprima si trovano boschi di castagni e faggi, successivamente boschi di larice, per approdare, dopo aver superato le imponenti bastionate rocciose di Balme, al Pian della Mussa, ad una vasta conca erbosa che chiude la vallata a 1750 metri di altezza, contornata da vette e ghiacciai imponenti. Anticamente, era ancor più ricca di boschi di oggi, tanto che gli anziani raccontano che gli scoiattoli scendeva dal Pian della Mussa passando di albero in albero senza toccare terra, ma l'enorme consumo di legna che venne fatto per alimentare le fucine prima e le fonderie successivamente, unitamente alla distruzione dovuta alle calamità naturali e quella compiuta dagli uomini per la costruzione delle case, la impoverirono moltissimo. La Valle è solcata dal torrente Stura di Ala.
ALA DI STURAAla è un suggestivo centro della Val d’Ala, immerso in verdi prati e ricchi boschi, con caratteristici punti panoramici, come quello, posto dopo la breve galleria, scavata nella roccia, che si incontra arrivando dal fondo valle da dove si possono ammirare le montagne della Bessanese, dell’Uja di Mondrone e del Monte Rosso. |
BALMEBalme è il più alto comune delle valli di Lanzo, ultimo della valle d’Ala, culla dell’alpinismo piemontese e storico luogo di villeggiatura. |
CERESLe comunicazioni hanno sempre avuto molta importanza per questo comune, la strada carreggiabile prima e la ferrovia poi. Ma fin dai tempi degli antichi romani, lungo questa valle ed attraverso alcuni valichi vi fu un fervido scambio commerciale, al punto che questi stessi valichi vennero ufficialmente presidiati, come nel XVI secolo quando incombeva il pericolo di un’epidemia di peste. Sempre nel corso dello stesso secolo, in un periodo di tensioni religiose, gli stessi valichi vennero usati per trasferire la Sindone da Chambery a Torino. A testimonianza di ciò vi sono gli affreschi della Sacra Sindone nella frazione di Voragno e nel comune di Balme. |