Lemie

Il territorio - Comune di Lemie
30/08/2020

BRUCIO ANCH’IO. Per dare voce al bosco che arde in silenzio

ex Confraternita, presso la Chiesa parrocchiale di Lemie
Il progetto Brucio Anch’io ha preso avvio grazie a Federica Caprioglio e a Marco Demaria, in collaborazione con il Civico Museo Didattico di Scienze Naturali “Mario Strani” di Pinerolo, subito dopo gli spaventosi roghi che tra il 22 e il 29 ottobre 2017 si svilupparono in molte località del Piemonte. È possibile visitare la mostra dal 2 al 30 agosto 2020, il sabato e la domenica, orario di apertura 15.00-18.00; ingresso gratuito. Per informazioni e prenotazioni: museocivicousseglio@vallediviu.it – 0123 756421

Lemie

Oltrepassato Viù, proseguendo lungo la strada provinciale s'incontra un ampio vallone ricco di vegetazione nel quale, in corrispondenza dello sbocco della valle della Torre d'Ovarda, è situato Lemie (m. 960). Le ipotesi formulate sull'origine del toponimo sono di natura diversa: secondo alcuni studiosi lo fanno derivare dal latino lamiae inteso come luogo delle fate, delle streghe, oppure altri da limina, limite o luogo posto ai confini, forse della XI Regione Transpadana di Augusto. Si racconta anche che, l'antico villaggio di Lemie fosse situato in una zona di campi chiamati casali e che venne distrutto da un'alluvione nel corso del secolo XV. Soggetto, intorno all'anno mille, al Vescovo di Torino, passò in feudo ai Visconti di Baratonia, come anche Forno di Lemie ed altri paesi della Valle. Successivamente si alternarono nella giurisdizione feudale i Giusti di Susa, i Provana di Leinì ed altre famiglie feudali, tra cui gli Arcour, che nel secolo XV ottennero la concessione delle miniere di Lemie ed Usseglio. L'avvocato Giacomo Ottavio Gastaldo, l'ultimo feudatario, morì nel 1741 senza discendenti ed il feudo passò al demanio. Già nel secolo XIV s'iniziò a sfruttare le numerose miniere di ferro e di rame della zona e per questo motivo, secondo alcuni studiosi, alcune famiglie valsesiane e bergamasche si trasferirono a Forno di Lemie, dove era collocato un forno per la fusione dei minerali ferrosi. Questa località, rimase comune autonomo fino al 1810.

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