La zona più estesa di questa area si trova in Francia, dove sono francoprovenzali, tra l’altro, la Savoia, una parte del Delfinato, la Bresse, il Lionese. Ne fanno inoltre parte tutti i cantoni della Svizzera romanda, ad eccezione del Jura e, in Italia, la Valle d’Aosta, alcune Valli piemontesi, tra cui appunto le Valli di Lanzo, la Val di Susa e le Valli Orco, Soana, Cenischia e Sangone, e l’isola linguistica in Provincia di Foggia rappresentata dai Comuni di Celle San Vito e di Faeto.
Il francoprovenzale, lingua gallo-romanza come il francese e l’occitano, è in realtà una famiglia linguistica formata da parlate affini chiamate normalmente “patois” dagli stessi parlanti. Pur avendo caratteristiche in comune sia con il francese, sia con il provenzale, conta fenomeni linguistici specifici che li differenzia da queste due lingue. Il francoprovenzale infatti, lungi dall’essere una mescolanza di francese e occitano, è oggi riconosciuta come una delle principali lingue galloromanze.
Oltre alla lingua, la minoranza francoprovenzale del Piemonte ha conservato fino ad oggi, un ricco patrimonio di cultura e tradizioni e, recentemente, si sta assistendo anche ad una rinascita della musica tradizionale grazie all’apporto di gruppi giovanili.
Il francoprovenzale, classificato per la prima volta nel 1873 lingua autonoma dal glottologo Graziadio Isaia Ascoli, è tutelato in Europa dalla “Carta delle lingue minoritarie” e, in Italia, dalla legge 482/99: “norme in materia di tutela di minoranze linguistiche storiche”.