Valle di Viù
Valle di Viù
La Valle di Viù è la più meridionale delle tre Valli di Lanzo. Scavata dall'omonimo ramo del fiume Stura di Lanzo, è disposta prevalentemente in direzione Est-Ovest nell'alta valle, piegando leggermente verso Nord nel fondovalle. Nell'alta valle vi sono un piccolo lago artificiale, il Lago di Malciaussia a 1805 m s.l.m. e uno più grande a Nord Ovest, il Lago della Rossa, posto ai piedi del monte Croce Rossa. La diga del lago della Rossa, situata ad un'altitudine di 2718 m s.l.m. rappresenta lo sbarramento idrico a quota più elevata d'Europa. Il Rocciamelone 3.538 m , riconoscibile già a partire dalla bassa valle per l'evidente forma piramidale, chiude la valle in fondo ad Ovest mentre il massiccio roccioso trapezoidale della Torre d'Ovarda fa da confine con la Val d'Ala a Nord. Il massiccio -meno imponente della Torre d'Ovarda- che culmina nella Punta Lunella rappresenta invece lo spartiacque sud, quello con la Val di Susa. Dal paese di Usseglio risulta ben visibile la gigantesca sagoma del monte Lera, che chiude momentaneamente la visuale verso l'estremità della valle e il Rocciamelone.
LEMIEOltrepassato Viù, proseguendo lungo la strada provinciale s’incontra un ampio vallone ricco di vegetazione nel quale, in corrispondenza dello sbocco della valle della Torre d’Ovarda, è situato Lemie (m. 960). |
RUBIANARubiana è stata frequentata in epoca romana come luogo di transito commerciale. Ma il nome di Rubiana è citato per la prima volta in epoca medievale nell’elenco dei beni patrimoniali attribuiti all’Abbazia di San Giusto di Susa, fondata nel 1029 da parte del marchese Olderico Manfredi e di Alarico, vescovo di Asti. Nel 1414 Rubiana dipenderà dal potere dei monaci di Susa fino alla soppressione dell’Abbazia, avvenuta nel 1786. |
USSEGLIOSalendo, dopo Lemie, si raggiunge Usseglio (m. 1265), ultimo comune della Valle di Viù. Adagiato in un’ampia conca verdeggiante solcata dalla Stura e circondata da imponenti rilievi montuosi. |
VIÙL’origine del nome Viù è da far risalire al latino vicus, da tradursi come villaggio, secondo alcuni studiosi, oppure come via o passaggio, secondo altri. Il territorio di Viù è stato abitato sin dall’età preistorica, come attestano sia i reperti neolitici sia le incisioni rupestri ritrovati nel territorio. Anche la presenza romana ha lasciato testimonianze, come le monete romane rinvenute sul sito dove sorgeva l’antico castello nella frazione Versino. Nel 1159 il feudo di Viù passò ai Visconti di Baratonia. Dalla prima metà del secolo XIV le vicende storiche di Viù s’intrecciano con quelle di Casa Savoia: nel 1313 il territorio venne assegnato agli Acaja, successivamente, nel 1345, ad Amedeo VII, il Conte Rosso. Tra il 1333 e il 1335 i tre quarti del feudo passarono alla famiglia Giusti di Susa, poi nel 1350 vennero ceduti ai Provana di Carignano e Leinì. Nel 1465 la quarta parte venne ereditata dagli Arcourt. Solo nel 1633 il feudo venne unificato sotto la guida di Ottavio Provana, nominato primo conte di Viù dal duca Vittorio Amedeo I. Tra il 1799 e il 1815, durante la Restaurazione, nella frazione Maddalene venne collocato un avamposto delle truppe austro – russe, che avevano occupato Lanzo. Dopo il ritorno dei Savoia, Viù iniziò ad essere frequentato dalla nobiltà torinese e ne divenne sede di villeggiatura. VAI ALLA PAGINA |