Via Ferrata di Rocca Candelera

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E’ la prima ferrata nelle Valli di Lanzo e si sviluppa su un bel contrafforte di roccia scistosa che si eleva dal ripido bosco sopra il paesino di Piazzette, una frazione di Usseglio. La verticalità del percorso permette di godere del panorama a picco sulla valle sottostante e delle cime che la sovrastano: Torre d’Ovarda, Croce Rossa, Punta Valletta, Monte Lera fino al Rocciamelone, al Palon e alla Lunella. L’ambiente selvaggio e suggestivo appagherà appieno la vostra voglia di avventura.

Indicazioni

Periodo consigliato
Primavera ed autunno
Luogo di partenza
Usseglio – Frazione Piazzette (1250 m)
Dislivello
537 m
Difficoltà
Da PD a D
Tempo di percorrenza
Ore 4-5

Consigliato per

  • Alpinisti
  • Arrampicata
  • Escursionisti esperti

Accesso

lasciare l’auto appena oltre la curva stradale qualche centinaio di metri oltre la cava dopo Piazzette (la cava è tuttora in funzione ed è proprietà privata per cui non è possibile parcheggiare al suo interno). Qui si trova la prima indicazione. Seguendo i pannelli indicatori, evidenti, un sentiero con diversi ometti e bolli rossi, zizzagando nel bosco e superando un dislivello di 170 metri circa, in mezz’ora conduce all’attacco della via ferrata.

Itinerario

La via è attrezzata con un cavo in acciaio ricoperto da una guaina di plastica, staffe e gradini in metallo posizionati laddove necessario, nei punti più ostici, mentre in altri tratti più semplici si possono sfruttare i buoni appigli naturali per una facile e divertente arrampicata su roccia. Si parte su un bello spigolo, non troppo verticale. L’inizio alterna tratti su roccia a brevi camminamenti (PD-AD), sempre protetti dal cavo, poi si fa sempre più verticale fino ad avere dei passaggi più atletici e faticosi (D). Dopo il primo superbo tratto verticale si arriva ad una selletta dove è stato posto il breve ponte di scimmia, peraltro evitabile. Oltre il ponte inizia la seconda parte, quella più dura, con dei brevi strapiombi (D), tuttavia mai troppo aggettanti. Si giunge quindi a una seconda selletta, superata la quale vi è il tratto finale, più facile, allietato dal profumo di timo serpillo. Un traverso ben esposto a cui segue un ultimo breve passaggio strapiombante e una placca finale, entrambi ben congegnati, conducono in vetta alla croce di legno con la scritta dialettale della montagna: “Rochi Chandlè”.

Seguendo la cresta erbosa attrezzata si giunge ad un colletto erboso, dove una freccia indica la discesa. Il sentiero scende ripido nel bosco (attenzione a qualche tratto esposto) e poco prima di incrociare l’asfalto si ricongiunge col sentiero di accesso alla via ferrata. In tutto un’ora per la discesa.

Estratto da un articolo della Rivista ”Panorami” gentilmente concesso dagli autori  Roberta Cucchiaro e  Lodovico Marchisio

Il percorso della Ferrata è vietato alle persone minorenni non accompagnate da persone maggiorenni che se ne assumano implicitamente la responsabilità.

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